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Bloccare indirizzi IP può compromettere il posizionamento SEO?

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Quando bloccare indirizzi IP può avere implicazioni sul ranking SEO di un sito

Se gestisci un sito web, potresti dover fronteggiare traffico indesiderato o spam proveniente da precise aree geografiche. La risposta più immediata è bloccare gli indirizzi IP di quei specifici paesi. In genere, questa operazione non risulta avere un impatto sul posizionamento su Google. Tuttavia, com’è solito quando si parla di SEO, occorre valutare attentamente qualsiasi aspetto. Molte manovre, infatti, dipendono da come e perché vengono messe in atto.

I paesi di origine degli attacchi informatici: una mappa globale

I principali report indicano che gli indirizzi IP, da cui proviene il maggior numero di attacchi informatici, hanno sede soprattutto negli Stati Uniti, Cina e Russia. A seguire figurano paesi come Brasile, Germania, Vietnam e India.

Queste nazioni sono spesso in testa alle classifiche per attacchi malware, DDoS e tentativi di hacking. La ragione di questa prevalenza risiede nell’alto numero di server compromessi e nell’uso diffuso di botnet per lanciare offensive informatiche.

Quando bloccare un indirizzo IP non è un problema

Se il tuo pubblico di riferimento è circoscritto a una specifica area geografica, limitare il traffico proveniente da altre zone può essere una soluzione preventiva efficace per ridurre spam e tentativi di attacco informatico.

Google non penalizza questo genere di restrizioni, l’importante è che i suoi crawler (Googlebot) possano continuare a leggere il tuo sito senza ostacoli. Finché Google riesce a visitare le pagine per effettuare le operazioni di crawling, non c’è motivo di preoccuparsi.

Quando gli admin scelgono di bloccare indirizzi IP di specifici paesi lo fanno per alleggerire il server o proteggere il sito da spam e tentativi di hacking. E in questi casi può essere addirittura utile: meno bot, meno risorse sprecate, statistiche più pulite e performance più stabili.

Quando invece bloccare gli IP può essere un problema

Se, ad esempio, il tuo sito si rivolge a un pubblico ampio e internazionale o vuoi comparire sui motori di ricerca locali (come Baidu in Cina) bloccare gli IP significa ostacolare le attività dei crawler, che in questo modo non potranno più indicizzare il tuo sito. In quel caso sì, la visibilità potrebbe risentirne.

Anche una configurazione sbagliata può creare problemi. Se per errore impedisci l’accesso a Googlebot (succede più spesso di quanto si pensi), il sito potrebbe essere risultare “non disponibile” e questo può comportare un crollo del posizionamento delle pagine sulla SERP.

Un altro rischio indiretto è legato all’esperienza utente: se bloccare gli indirizzi IP genera errori o rallentamenti, Google potrebbe interpretarlo come un segnale negativo sulla qualità del sito.

Implicazioni SEO: mito o realtà?

La SEO è una disciplina che si basa sulla visibilità organica nei motori di ricerca. Bloccare un indirizzo IP non influisce direttamente sul posizionamento delle pagine, a meno che non si vada a impedire l’accesso ai crawler.

I principali bot di scansione utilizzano indirizzi IP riconosciuti e, se il firewall o le regole di blocco sono troppo restrittive, si rischia di escludere questi sistemi causando una minore indicizzazione, che si traduce in un minore visibilità sulla SERP.

Bloccando interi paesi, si limita anche la possibilità che utenti attendibili o futuri clienti di quelle aree possano visitare il sito. In mercati globali, ciò può ridurre il traffico qualificato e, potenzialmente, il ranking sulle query locali.

Come bloccare indirizzi IP nel modo corretto

Se decidi di bloccare indirizzi IP, segui i giusti consigli per farlo nel migliore dei modi:

  1. Usa una CDN o un firewall come Cloudflare per gestire gli indirizzi IP a monte. Evita soluzioni improvvisate via .htaccess o plugin mal configurati.
  2. Assicurati che Googlebot non venga mai bloccato. Puoi tu stesso verificare gli IP ufficiali utilizzati da Google.
  3. Monitora le metriche SEO dopo il blocco. Controlla eventuali oscillazioni del traffico organico, bounce rate, errori di scansione su Search Console.
  4. Aggiorna periodicamente le regole: se un giorno vuoi aprirti a un mercato estero, ricordati di rimuovere le impostazioni di blocco degli IP.
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Note sull'autore
Appassionata di comunicazione digitale, in Shellrent scrivo e condivido contenuti tecnici, informativi e novità del mondo IT. Fuori dall'ufficio mi divido tra stadi, montagna e altri angoli del mondo.
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